giovedì 30 gennaio 2025

Anime - Mobile Fighters G Gundam


 Trent'anni di Mobile Fighters G Gundam

La nascita delle timeline alternative



Titolo originale:
  Mobile Fighters G Gundam - Kido Butoden Ji Gandamu 

Regia: Yasuhiro Imagawa 

Formato: serie televisiva 49 episodi 

Anno d’uscita: 1995 – 2002

 

   Anno 1994; la Sunrise e Bandai decidono di mettere in cantiere un progetto decisamente ambizioso: proporre una nuova serie legata al brand di Mobile Suit Gundam ma appartenente ad una nuova timeline e rinfrescare un brand che nel tempo aveva iniziato a mostrare alcuni limiti legati a trame e ambientazioni un pò ripetitivi. Nasce così, sotto la direzione di Yasuhiro Imagawa, il Future Century. 

La storia in breve.  In questa "realtà parallela" la Terra è ormai in rovina e la maggior parte della popolazione vive sulle colonie spaziali. Ogni nazione ha la propria ma, per evitare nuovi conflitti armati, una volta ogni quattro anni sul pianeta si svolge il Gundam Fight che decreterà quale paese governerà gli altri fino al prossimo scontro. Il protagonista, Domon Kasshu, è figlio dello scienziato che ha creato il Gundam della colonia di Neo Japan ma, per colpa del suo fratello maggiore Kioji Kasshu che lo ha trafugato e nascosto sulla Terra, ora è costretto a combattere per poterlo liberare. Questo viaggio dell'eroe lo porterà a scontrarsi e confrontarsi con diversi personaggi fino all'epilogo della storia.

Le nostre considerazioni. La trama è di per sé abbastanza semplice e lineare ed è, proprio per contrapporsi in modo deciso a tutto ciò che era stato finora narrato, palesemente ispirato al mondo dei picchiaduro che imperavano in quegli anni - Qualcuno ha detto Street Fighters? - in cui il personaggio scelto si muove di scenario in scenario affrontando ogni volta un nemico diverso.

Una scelta a dir poco coraggiosa che rischia di appiattire i personaggi ma, tranne nel caso degli pisodi iniziali in cui ben poco sappiamo dell'eroe, andando avanti le caratterizzazioni acquistano sostanza e spessore trasformando la storia ed i suoi protagonisti in inaspettate figure mai banali e mosse dai loro ideali, i loro valori ed i loro scopi. Alcuni di loro, incontrati da Domon lungo il suo cammino, resteranno suoi nemici, ma altri si trasformeranno in alleati e compagni in una produzione che, dopo un pò riesce a trovare la sua dimensione, ingrana la giusta marcia e ci traghetta fino ad un finale che riesce ad essere addirittura epico che scioglie tutti i dubbi e non lacia trame in sospeso.

    Questa prima timeline, per quanto non sia riuscita a diventare il fenomeno che ci si aspettava, forse per il design di alcuni mecha decisamente sotto tono, dall' Agosto del 2002 è stata trasmessa anche oltreoceano su Cartoon Network ed in questa circostanza sono state apportate alcune modifiche legate alla cultura occidentale. Ad esempio il God Gundam è stato rinominato Burning Gundam. Allo stesso modo il Devil Gundam è diventato Dark Gundam. A parte queste piccole modifiche però, la storia non è stata in alcun modo alterata.


La produzione di kit, nonostante di modelli ne compaiano davvero molti, si è limitato ai principali realizzati nella serie HG in due tempi e scale diverse - nella prima versione HG in scala 1/144 e 1/100 ed in una successiva solo in formato 1/144 - ed a soli 4 kit nella versione MG. Ultimamente anche nella linea 1/144 RG è stato presentato il modello protagonista della serie.

Sul fronte invece di quelle che potremmo definire le espansioni della storia abbiamo avuto un audiodrama con una storia inedita che si svolge dopo gli eventi della serie ed un manga in tre volumi ma accolto decisamente male dal pubblico per il suo tono, quasi a parodiare la serie ed alcuni personaggi. 

Una serie in definitiva che non è priva di meriti anzi ma purtroppo penalizzata da alcuni fattori che andavano al di là di un prodotto che comunque merita di essere più apprezzato di quanto non si pensi.


lunedì 27 gennaio 2025

Altri orizzonti - figure rise

  


 Tra le varie produzioni modellistiche di Bandai, accanto ai Gunpla, troviamo sempre più spesso proposte di tipo diverso come nel caso della linea Figure Rise. Questa è forse una delle più variegate prodotte e, se si discosta molto dai mecha ai quali siamo abituati, riesce a mantenere una sorta di legame anche con loro.  Stabiliamo subito che parliamo di model kit presi da un gran numero di produzioni ma principalmente di figure umane o umanoidi che non vengono suddivisi in scale; mettiamo quindi da parte l'idea di HG, MG etc. e concentriamoci invece sulle varie "categorie di prodotti.

    La spina dorsale della produzione, e quindi la più diffusa, è la serie Figure Rise Standard: i soggetti sono tratti principalmente da serie come Dragon Ball, Kamen Rider, Ultraman, piloti e personaggi di Gundam e Macross. Tecnicamente troviamo un buon livello di articolazioni, un montaggio abbastanza semplice con soluzioni tecniche più simili a quelle dei toys che non dei kit più particolari. Il design è estremamente curato anche se alle volte si discosta dal modello di riferimento per poter ottenere una proporzione ed un insieme tecnico più armonioso. Possono avere anche delle componentistiche inaspettate come led, particolari tipi di articolazioni e di certo, anche se montati da scatola, riescono a non sfigurare in una vetrina. 

    Altra linea estremamente nota in Giappone è la Figure Rise Amplified che propone soggetti quasi interamente dedicati al franchise dei Digimon ed ultimamente Yu-Gi-Oh!, con una buona cura delle finiture e tecnicamente un pò più curati dei precedenti. Del resto il nome stesso che passa da "Standard" ad "Amplified" ci da una chiara idea di cosa aspettarci.
    

     Abbiamo poi altre 4 famiglie di prodotti che però, ad eccezione di un caso che terremo per la fine,hanno un esiguo numero di modelli e raramente abbiamo modo di vederli in giro in Italia.

 

  Innanzitutto i Figure Rise Mechanics che ripropongono personaggi mascotte robotici come Arale, Doraemon,Haro, con plastiche dai colori accesi ed una concezione e progettazione ideata per poterli assemblare come visti in tv o in alcune tavole tecniche. Ciò consente di mostrarne integralmente o in parte, anche la componente meccanica.

    Poi abbiamo la Figure Rise Bust. Come il nome stesso suggerisce sono kit pressoché fissi o con pochissimi snodi. Nati con l'idea di presentare busti di personaggi di Evangelion, Macross e Gundam, la loro particolarità è la compatibilità con le action base di tipo 1. Ciò permette un'esposizione del kit insieme al pilota di grande effetto scenico.

    Infine abbiamo la linea Figure Rise Labo. Qui troviamo una serie figure umane, principalmente dei soggetti già citati, ma a soggetto intero e con soluzioni tecniche, soprattutto nelle plastiche, molto sperimentali come iniezioni di plastiche multicolore sullo stesso pezzo per simulare effetti particolari - specie sugli incarnati - e riproduzioni di texture e materiali diversi. Una produzione tanto ristretta di prodotti quanto però curata. 

Infine abbiamo l'ultima linea, molto numerosa anche se non si parla di kit, ossia la Figure rise Effect. Qui vengono raccolti e
presentati tutta la serie di basi, supporti e accessori - compatibili anche con kit di mecha e altre produzioni - studiati appositamente per creare scenari con effetti o pose action estremamente più di impatto e dinamiche di quanto le comuni action base permetterebbero. In questa serie abbiamo stand con mini scenari, esplosioni, fulmini, effetti di raggi e chi più ne ha più ne metta.

Con questo abbiamo finito la nostra panoramica ma, sicuramente in futuro potremmo approfondire quella che tra queste linee o serie vi incuriosisce di più. Spero di avervi dato un'idea di massima di questo mondo che vi consiglio di esplorare perchè ha dei modelli che mi hanno davvero colpito e che purtroppo, potrebbero essere spesso sottovalutati. 


sabato 25 gennaio 2025

Bar Play - Black Rose Wars : Rebirth.

 Il 2024 per noi ragazzi del Bar è stato anche un anno di novità con l'introduzione dell'area Boardgame durante le fiere e quindi ci sembrava giusto anche raccontarvi un pò i prodotti che abbiamo avuto modo di provare durante il 2024 in attesa di quella che ci porterà il 2025 quindi... Iniziamo subito e oggi vi parliamo di...


BLACK ROSE WARS REBIRTH


Scheda prodotto:

Titolo: Black Rose Wars Rebirth

Autore: Andrea Colletti, Diego Fonseca, Marco Montanaro

Marca: Ludus Magnus Studio

Giocatori: 1/4

Età: 14+

Durata media: 90 min.


    Black Rose Wars è un gioco che abbiamo scoperto un pò tardi - la versione Rebirth è del 2023 - ma il suo universo devo dire che ci ha conquistato. La storia è intrigante e, sebbene la gran quantità di materiale nella scatola può far sentire in un primo momento smarriti, dopo un paio di partite ci si trova decisamente a proprio agio. 


    La Storia: Siamo nell'Italia Rinascimentale ed apparteniamo ad una scuola di magia. Verremo chiamati, insieme agli altri maghi delle altre scuole, ad affrontare le prove nella Loggia della Rosa Nera andata distrutta in passato - Gli eventi che hanno portato alla sua distruzione avvengono nel suo predecessore Black Rose Wars -  per riuscire a ricostruirla e sopraffare i nostri avversari diventando così il Gran Magister al comando delle gilde fino al prossimo rituale. Ma attenzione perché la Rosa Nera non è solo il nome della Loggia ma anche un'entità che, nel corso della partita, fungerà da nostro avversario e potrebbe anche vincere, portando tutti alla sconfitta.

    I Materiali: Come detto abbiamo un gran numero di materiali che in un primo momento può far sentire smarriti ma state tranquilli, vi basterà una partita di prova per capire che che le dinamiche di gioco sono abbastanza semplici. Non farò il classico elenco ma vi guiderò nelle cose principali per non togliervi il piacere della scoperta. 

Innanzitutto abbiamo la plancia modulare che ha al centro la Stanza della Rosa Nera e quella del Trono. Le altre tessere delle stanze le piazzeremo casualmente in virtù del numero dei giocatori ma sempre, inizialmente, dalla parte distrutta - sarà nostro compito ricostruirle durante la partita x attivarne gli effetti. - Inoltre abbiamo altre due plance: una in cui inserire gli elementi di gioco come le carte delle fasi lunari e quelle degli eventi che condizioneranno la partita e quella in cui segnare, di volta in volta, i punti. 

Abbiamo poi le carte che formano le sei scuole di magia (Agonia, Alchimia, Incubo, Malocchio, Sciamanica e Tecnomanzia) . Una serie di cubi colorati che compongono la riserva dei vari giocatori e che hanno un numero limitato - Quindi occhio a sprecarli perché potreste pentirvene - ; ed ovviamente le varie miniature dei maghi e delle creature che sono davvero ben realizzate e caratterizzate partendo da quelle dei maghi ed arrivando a quelle degli imponenti Colossus, delle sensuali Incubus o dei mostriciattoli come le Ombre e i Succubi

    Appunto doveroso. La confezione è composta da tre vassoi e nel terzo si possono collocare tutti i vari materiali divisi per mago/giocatore. Ne avanzeranno due ma è normale perché sono predisposti per ulteriori ampliamenti del gioco.


    Cosa ci è piaciuto: Indubbiamente tutto lo stile grafico del gioco ci ha aiutato a innamorarci - partendo proprio dal design della confezione. -, inoltre l'idea di fondo semplice ma presentata con toni crepuscolari che ben si adattano al tema della magia oscura. E poi il sistema di gioco: si perché ogni scuola di magia ha delle proprie caratteristiche che ci spingerà a giocare inizialmente in un modo piuttosto che in un altro - c'è la scuola che predilige l'attacco diretto che fa subire danni, quella che gioca più in difesa assegnando dei malus agli avversari e così via - ; ma tutto può cambiare in fretta perché all'elemento strategico si unisce quello del deckbuilding tipico dei giochi di carte. Già questo garantisce un buon tasso di imprevedibilità al gioco ma, se non bastasse c'è da dire che per vincere dovremmo accumulare il maggior numero di punti e questi si ottengono in diversi modi: ricostruendo stanze, danneggiando i propri avversari, portando a termine delle missioni e così via. Ma attenzione perché non abbiamo tutto il tempo del mondo per conseguire i nostri obbiettivi... Ultima cosa, anche se non ne siamo dei grandi amanti, va segnalata la versione in solitario in cui il giocatore si scontrerà contro un avatar della Rosa Nera: il Possedduto.




    A chi lo consigliamo: Indubbiamente a chi ama giochi strategici e a chi ama giochi di deck building. Avendolo potuto provare - e far provare - in fiera possiamo anche dire che può regalare situazioni tanto divertenti quanto frustranti. Inoltre tutta l'ambientazione e le dinamiche di gioco diventano un qualcosa che cattura sia l'immaginazione che la competizione e potrebbe diventare uno dei must have del 2024. Se però, ancora non mi credete e non vi è bastata questa veloce recensione allora vi lascio con il trailer del versione Crowfounding che comunque cattura tutta la ricercatezza e la cura che c'è in questo titolo.


giovedì 23 gennaio 2025

 


"Mobile Suit Gundam – The 08th ms Team"

Un Gioiello della Corona dell'U.C.


Titolo originale: Kido Senshi Gundam – Dai 08 MS Shotai

Regia: Takeyuki Kanda (ep. 1-6) 

            Umanosuke Iida (ep. 7-11) 

            Kunihiro Mori (ep.12)

Formato: serie Oav di 12 episodi (durata media 25 min.)

Anno d’uscita: 1996 – 1999


La Storia in breve: Universal Century 0079. La guerra tra il Principato di Zeon e la Federazione è in pieno svolgimento e coinvolge tanto lo spazio quanto il pianeta Terra. Il tenente federale Shiro Amada viene inviato nel sud-est asiatico al comando dell’Ottavo Plotone incaricato delle missioni speciali. Il loro obiettivo principale è la base zeoniana nascosta nella giungla, e comandata da Ginias Sahalin, che sembra in procinto di sviluppare una nuova e potentissima arma bellica: un Mobile Armour. Il destino però giocherà un ruolo beffardo perché il tenente si innamorerà, e verrà a sua volta ricambiato, di Aina Sahalin che non è solo la sorella di Ginias, ma anche il pilota scelto della nuova arma nemica.


    Le nostre considerazioni: Negli anni ‘90 in cui già avevano preso piede le time-line alternative, Bandai e Sunrise continuavano a strizzare l’occhio ai fan dell’Universal Century ormai adulti e cresciuti con il mito della prima serie “Mobile Suit Gundam” (1979). Dopo “Mobile Suit Gundam 0080 – War in the Pocket” (1989) e “Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory” (1991), è ormai chiaro a tutti che una buona fetta di pubblico apprezza delle produzioni mature, curate e realiste sia nel mecha design che nell’approfondimento psicologico. 
 

   
Uscito quasi in contemporanea con “New mobile Report: Gundam Wing” , questo prodotto si contraddistingue in maniera particolare e viene ben presto considerato uno dei gioielli della corona dell’Universal Century. Con la scusa di raccontare una vicenda collaterale della Guerra di un anno, ci viene presentato un prodotto a metà tra dramma bellico e titolo romantico che mette subito a fuoco i due pilastri del franchise: l’accuratezza storica, tipica di Tomino e la necessità di Bandai di creare nuovi mobile suit, il più verosimili possibili, da riproporre come kit, che si sfidano in combattimenti scenicamente spettacolari. Ma andiamo per gradi e chiariamo subito che cosa contraddistingue veramente l’Ottavo Plotone dalle altre produzioni: la totale assenza di super piloti e di new type.

Per i suoi primi sei episodi, effettivamente questa serie è una cronaca estremamente realistica della guerriglia nella giungla tra le due fazioni dove, le attese snervanti, qualche grado in più o in meno su un mirino od un compito non portato a termine, potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte. E’ vero che la federazione ha i nuovi Rx-78[G] Ground Type, ma non avendo dei super piloti, un colpo nemico ben assestato può metterli comunque fuori gioco. Ovviamente tutti i vari avvenimenti sono finalizzati a farci conoscere i singoli membri del plotone prima di puntare i riflettori sulla storia d’amore tra i due protagonisti. 


Quello che non tutti sanno però è che forse le cose inizialmente, non dovevano andare proprio in questo modo. La dipartita prematura del regista dopo il sesto episodio  lasciò il team di lavoro – ed il nuovo regista che arrivò a prenderne il posto dopo un periodo di stallo– con poche e scarse annotazioni che non indicavano come si sarebbe dovuta svolgere e concludere la trama. Questo cambio purtroppo si avverte con una certa pesantezza nel tono della serie che abbandona il realismo iniziale per concentrarsi su altri temi. Nonostante questo, e nonostante diverse inevitabili sbavature e strappi nelle sotto trame raccontate, il risultato riesce ad essere in tutto e per tutto convincente al punto che, viene aggiunto un episodio finale per accontentare i fan sul destino dei loro beniamini (cosa decisamente rara a quei tempi).

Inoltre, proprio per la meticolosità con cui l’opera viene gestita, viene prodotto il lungometraggio: Mobile Suit Gundam: The 08th Ms Team – Miller’s Report” prima della conclusione della serie. In quest’opera spin-off, realizzata in parte con materiale preso da alcuni Oav ed in parte prodotto per l’occasione, viene raccontata l’indagine avviata nei confronti del tenente Shiro Amada dovuta al suo rapporto romantico con il pilota zeoniano.

Si perché un’altra precisazione è a questo punto obbligatoria: “The 08th Ms Team” si può definire la prima produzione del franchise a mettere al centro della storia una love story e dove i Gundam sono davvero unità qualsiasi quasi a voler smontare pubblicamente il mito del ms invincibile che, anche se mai dichiarato apertamente, è stato palese in tutte le incarnazioni del brand arrivate fino a quel momento. A livello grafico va poi detto che il team creativo, preso di peso da “Gundam 0083” qui è riuscito a fare un lavoro addirittura superiore a quello realizzato in precedenza: meticolosa cura del dettaglio, animazioni curate ed estremamente fluide, lo stile realistico di un Katoki più in forma che mai…

Mi spiace per i suoi detrattori ma, a mio avviso si… Questa produzione il soprannome di “gioiello della corona” dell’UC lo merita tutto. A testimonianza di questo successo nel tempo ci sono state diverse iniziative legate a questo spin-off. Innanzitutto il cortometraggio "Mobile Suit Gundam: the 08th ms team - Battle in Three Dimension" realizzato in occasione della pubblicazione del cofanetto blu-ray in cui abbiamo un'ulteriore missione della squadra. 

    Editorialmente invece abbiamo "Mobile Suit Gundam: the 08th Ms Team" - versione romanzata della serie di oav - ,  "The 08th ms team side Story: Trivial Operation"  - miniserie di tre romanzi brevi serializzati su Dengeki Hobby tra il 1999 ed il 2001 - . Nel 2003 poi esce il manga "Mobile Suit Gundam: Ixtab, Dea dei soldati caduti" in cui ricompare Shiro Amada e tra il 2007 ed il 2009 esce il manga "Mobile Suit Gundam: the 08th Ms Team + a Tribute" in cui viene, oltre a ripercorrere la storia della serie abbiamo anche il tribute che sono dei brevi capitoli aggiuntivi.


Chiaramente a tutte queste produzioni va aggiunta la linea di modelkit che, per una serie spin off hanno comunque raggiunto un discreto numero seppur limitate alle linee di Master Grade ed High Grade.


        Se ancora non lo avete mai visto in Italia è disponibile in diversi soluzioni visto che sia Prime video lo ha tra le proposte gratuite – sia in lingua originale sottotitolata che doppiato in Italiano – sia in un cofanetto blu-ray edito da Dynit che racchiude tutti gli episodi degli oav e lo speciale.

lunedì 20 gennaio 2025

Altri orizzonti - Bandai Infinitism

Model kit Infinitism 
Quando un restyling ridà vita alla passione.


Ed eccoci qui a parlare di qualche kit non Gunpla. La scelta è quasi obbligata e la mente non può correre subito alla linea Infinitism di Bandai. 
Ad oggi, almeno numericamente, questi kit non sono molti ma già hanno conquistato il cuore di nuovi e vecchi fan e, nonostante per alcuni possa essere solo una manovra commerciale, apprezzo sempre molto quando un'azienda riesce a dare nuova linfa a modelli che hanno ormai i loro anni sulle spalle con un look più moderno e accattivante. Inutile poi dire che l'universo di Go Nagai ci ha comunque regalato i robot della nostra infanzia quindi... Come non cedere alla tentazione?

Sono passati otto anni da quando, nel 2017 sono stati festeggiati i 45 anni di Mazinger Z. Dopo numerosi annunci e trailer arriva nelle sale italiane, in anteprima mondiale al 12° festival del cinema di Roma, il film diretto da Junji Shimizu "Mazinger Z: Infinity". Ambientato 10 anni dopo le serie animate del franchise - Mazinger Z (1972) e "Great Mazinger" (1974) - ci presenta i nostri beniamini ormai cresciuti in un mondo non troppo diverso dal nostro. Inutile dire che fu un successo e portò nelle sale un discreto pubblico ma soprattutto, ci mostrò i due Mazinga con il loro nuovo look.
    Un nuovo design che, pur mantenendo le forme geometriche originali, ne rinnova completamente lo stile modernizzandolo con una serie di pannellature che quasi formano un arazzo di scocche tono su tono che li rendono decisamente più accattivanti. Come chiaramente ci si aspettava, arrivano anche i kit e qui il successo supera, a livello di vendite, anche quello del film al botteghino... I vecchi fan impazziscono ed nuovi si innamorano.



ad oggi la serie completa dei modelli comprende:
- Mazinger Z: Infinity
- Great Mazinger: Infinity
- Getter Dragon Infinitism
- Kotetsu Jeeg Infinitism
- Mazinger Zero Infintism
- Mazinkaiser Infinitism
- Grendizer Infinitism


    e no, nessun errore, i primi due modelli hanno la dizione "Infinity" che richiama il film mentre gli altri la dizione "Infinitism" che ne indica la linea di prodotto.
    A questi poi vanno aggiunte tre versioni limited che sono:


- Black Mazinger Z Infinity 
- Black Grendizer Infinitism
- Gold Plated Mazinger Z Infinitisy

    I primi due ripropongono una versione recolor - ereditata dalle limited della Soul of Chogokin - mentre la terza è completamente dorata e nata per festeggiare i 50 anni di Mazinger Z.

    
Tecnicamente nascono come HG pur mantenendo le dimensioni di un MG. Privi quindi di uno scheletro completo su cui montare le scocche, riescono comunque ad avere una mobilità decisamente alta. Anche il numero dei runner è relativamente ridotto e spesso vengono prediletti pezzi di medie/grandi dimensioni ad una quantità di elementi magari più piccola. Questo però li rende solo più semplici da montare e adatti anche ad un modellista principiante senza pesare sull'aspetto finale che è di ottimo livello - anche perché spesso le linee di giunzione sono ben nascoste dal design. - 
Le plastiche rendono molto bene la cromia dei modelli anche nei giochi tono su tono eccezion fatta per quelle color argento che, fin troppo spesso, presentano delle venature probabilmente frutto del processo di iniezione negli stampi.
Numero di adesivi estremamente ridotto e grande cura delle superfici che non risultano mai troppo lisce e prive di dettagli.

 
   
Da notare che, soprattutto nei modelli della "famiglia mazinga" abbiamo diversi runner in eccedenza perchè l'azienda, in fase di progettazione ha cercato di sfruttare il più possibile quanto già presentato. Questo avviene meno sugli altri kit per ovvi motivi di design. 

Ricco anche il comparto accessori che spesso ci permette di presentare i modelli sia in pose statiche e classiche che in pose dinamiche con effetti.

Menzioni particolari meritano sia il Getter che il Grendizer, per un maggior numero di accessori, sia - forse più degli altri - il Jeeg che, per ovvi motivi di design ha costretto Bandai a rivedere completamente la progettazione del kit ed esplorare nuove soluzioni tecniche. Il livello di questo kit riesce ad essere davvero sorprendente con la creazione di alcune giunture sferiche che consentono di montare e scambiare i pezzi come più si preferisce.

Sulla linea niente da dire, magari meno aderenti di quanto si aspettasse ai modelli classici, chiaramente ne slanciano e ne riproporzionano le forme, anche per consentire maggior mobilità ma, il loro vero punto forte resta ovviamente il gioco di plastiche e pannellature che ne enfatizzano al massimo l'aspetto.

Di certo speriamo che la linea non si fermi e continui a presentarci tutto - o quasi - lo sconfinato universo robotico di Go Nagai che, nonostante gli anni che ha sulle spalle, continua ad affascinare nuove e vecchie generazioni.

giovedì 16 gennaio 2025

New Mobile Report Gundam Wing - Quando Gundam conquistò l'America

     


New Mobile Report :Gundam Wing
Quando Gundam 
conquistò l'America

Titolo originale: Kido Senki Gundamu Uingu 

Regia: Masashi Ikeda

              Shinji Takamatsu

Formato: serie televisiva di 49 episodi 

Anno d’uscita: 1995 – 2000


    Mobile Suit Gundam Wing, o più letteralmente New Mobile Report Gundam Wing è la seconda timeline alternativa del franchise di Gundam. Serie televisiva edita da Sunrise nel 1995, e trasmessa poi dal 2000 sull'americana Cartoon Network, è composta da 49 episodi e si può vantare di essere quella che ha sdoganato il franchise in America dove venne trasmessa in ben due fasce orarie diverse: nella fascia protetta in versione censurata, e dopo la mezzanotte senza censure.

    La Storia in breve. Siamo nella linea temporale dell' After Colony. Cinque scienziati, residenti nelle colonie spaziali, danno vita all'Operazione Meteor che ha lo specifico obbiettivo di porre fine alla tirannia del regno di Oz. A tale scopo, sulla Terra, vengono inviati cinque piloti su altrettanti Mobile Suit di nuova concezione: i Gundam.  

I cinque ragazzi, perché di questo si tratta, Heero Yuy (pilota del mecha principale Wing Gundam), Duo Maxwell (pilota del Deathscythe), Trowa Burton (pilota dell' Heavyarms), Quatre Reberba Winner (pilota del Sandrock) e Chang Wufei (pilota dello Shenlong), sono inizialmente all'oscuro della reciproca missione e finiscono per scontrarsi l'uno con l'altro ma, una volta chiariti gli equivoci, iniziano a fare fronte unito e darsi supporto nell'intento di sopraffare Oz.

   

    Le nostre considerazioni. Parlare di Gundam Wing è di fatto parlare di un fenomeno, Le differenze tra questa serie e le precedenti sono decisamente molte e lampanti e hanno contribuito a renderlo, soprattutto in America, una delle serie Gundam più apprezzate ed iconiche insieme a Gundam Seed. Innanzitutto lo stile grafico dell'opera: se infatti con le serie dell'Universal Century si tendeva a ricercare il realismo anche nell'aspetto dei personaggi, qui viene abbracciato il concetto del bishonen con ragazzi dai fisici affusolati, quasi androgini, e lineamenti sfuggenti. Il nuovo concept, più moderno, dei mobile suit si palesa anche qui con mecha che vogliono rispecchiare le caratteristiche dei loro piloti nelle forme, nel design e nelle livree. 

  Parlando proprio dei piloti e della trama invece è impossibile non notare come questi ragazzi, così come molti dei personaggi secondari e dei loro antagonisti, sono figure sfaccettate che, pur cercando di conseguire caparbiamente il loro obiettivo, riescono a mostrarci i loro limiti e le loro debolezze  in un mondo pieno di complessi intrighi politici. 

    Ultimo, ma non meno importante, uno dei comparti audio forse tra i più  impattanti dell'intero franchise di Gundam. Non sorprende quindi che questa serie è diventata in breve tempo un vero e proprio fenomeno culturale ed ha ancora oggi una fan base affezionatissima.

 

    A testimonianza di tutto ciò c'è la vasta produzione che si è sviluppata da questa serie e comprende innanzitutto la miniserie di tre Oav del 1997 "New Mobile Report: Gundam Wing Endless Waltz" (poi rielaborata in un film con riprese aggiuntive andato in onda sempre u Cartoon Network nel 2000). Un corposo comparto di manga che parte con "Episode Zero", prequel alla serie animata, almeno tre titoli che si svolgono tra la serie e gli oav - "Blind Target", "Ground Zero" e "Battlefield of pacifist" -, tre sequel che ci mostrano il destino delle colonie intitolate "Tiel's Impulse", "Frozen Teardrop" (quest'ultimo in realtà non è un manga ma un romanzo fotografico) e "G-Unit" ed infine "Glory of Loosers" che ripercorre la serie animata con alcune rivisitazioni sia in chiave di design che di storia. Come non nominare poi Gundam Wing: Endless Duel, caso decisamente raro di un titolo di videogame interamente dedicato ad una timeline alternativa dell'universo Gundam.

    Parliamo poi del comparto model kit? Di certo sia la serie animata che gli oav ci hanno regalato alcuni kit decisamente degni di nota e magari chissà? Forse questo anniversario ci porterà anche dei nuovi pezzi da aggiungere al nostro back log. Ovviamente parlarne ora in dettaglio sarebbe troppo lungo ma... Mi sembra un ottimo spunto per un altro articolo. A voi no?



    

lunedì 6 gennaio 2025

BAR TIPS - Le scale dei gunpla - parte 2

    


BAR TIPS :
LE SCALE DEI GUNPLA
Pt.II

     Ed eccoci qui con il secondo appuntamento di Bar Tips dedicato oggi a quelle scale dei kit di cui non abbiamo parlato in precedenza o che ancora oggi troviamo in commercio ma molto meno diffuse, ed alle volte più curiose, delle classiche e molto più note.  

Come sempre partiremo da quella più piccola ed arriveremo a quelle più grandi.

SG - Speed Grade (2007-2008).  La linea SG è andata in produzione per un solo anno ad ha al suo attivo soltanto quattro modelli presi da diverse timeline.Sono kit di assemblaggio praticamente immediato e dalle dimensioni estremamente ridotte (scala 1:200) nati per demo e per far avvicinare i più piccoli a quest'hobby.

FG - First Grade (1/144).  Molto simili ai NG, sono kit con un numero
estremamente ridotto di dettagli ed articolazioni. Denominati spesso "
Entry Grade", anche se in maniera errata, hanno runner di soli quattro colori: blu, nero, rosso e bianco con gli altri sostituiti da adesivi. Anche per questi risulta esserci pochissima scelta di modelli appartenenti a diverse timeline ed il loro prezzo, particolarmente economico, ne sottolinea anche la scarsa qualità.

AG - Advanced Grade.  Modelli che si avvicinano molto alla linea FG, gli AG sono nati sull'onda del successo dell'anime Gundam Age. Nonostante una qualità abbastanza scarsa, meritano una menzione e di essere trattati a parte, semplicemente per il fatto che, al loro interno contenevano un chip che gli permetteva di interagire, nelle sale giochi nipponiche, con i giochi cabinati. Nonostante l'idea decisamente interessante, passata la moda, anche loro sono lentamente usciti di produzione.

MG Ver.Ka - Master Grade ver. Katoki (1/100). Questa linea di kit della serie Master Grade nasce nel 2002 quando ad Hajime Katoki viene chiesto da Bandai di riprogettare alcuni modelli classici delle serie Gundam. In un secondo momento alcune scelte dei prodotti sono state lasciate al pubblico che, attraverso delle votazioni, hanno selezionato il modello realizzato successivamente. Tutti i kit di questa famiglia hanno al loro interno anche delle water decal ed a parità di versione con i kit MG Standard, spesso si nota anche una diversa qualità delle plastiche adoperate rendendo il modello di qualità estremamente elevata. A questa produzione, successivamente al 2020, viene affiancata anche la linea MGEX ver. Ka. che, come la controparte standard utilizza degli espedienti cromatici, o di finiture particolari, per enfatizzare l'unicità del modello.


 
RE/100 - Reborn One Undred (1/100). Linea relativamente recente, la Re/100 ha preso il posto di quella serie di kit 1/100 privi di classificazione. Scala a parte, sono molto più semplici dei kit MG ma con interessanti soluzioni tecniche. Il concept dietro questo progetto era quello di presentare una linea di kit con soggetti che, per ragioni diverse, non conveniva produrre nella linea MG ma che avrebbero potuto avere una buona dosa di carisma e pubblico. Nonostante l'idea di fondo decisamente valida, a circa dieci anni dalla sua nascita, è ancora esiguo il numero di kit prodotti in questa serie.

Hi-Res High Resolution Models (1/100). La linea High Resolution è una produzione abbastanza particolare della Bandai che si potrebbe definire ibrida. Tecnicamente ci troviamo davanti un kit con inner frame completo, spesso con verniciatura gloss, ma precostruito come fosse una specie di action Figure.  D'altro canto tutti i restanti elementi sono quelli tipici di un model kit tradizionale: scocche in plastica, sistemi di perni, stickers, water decals etc. Di certo comunque sono modelli di grandissimo impatto. 


MS - MEGASIZE (1/48). Introdotti in commercio per il trentennale del franchise, sono kit in una scala superiore a quella dei Perfect Grade. Contrariamente però a quanto si possa pensare, la loro qualità è decisamente inferiore a quella di Master Grade in scala 1/100. Completamente privi di inner frame, hanno una posabilità decisamente ridotta che predilige le pose statiche. Questa caratteristica li rende adatti anche a modellisti non troppo esperti che cercano un modello che sia di grande impatto. Un buon passatempo che prende spunto per i suoi modelli anche da serie particolari o games come Gundam Breaker.


 



P-Bandai [Restock]: Giugno 2025 pt.2

       Come anticipato la scorsa volta, rieccoci a parlare dei restock P-Badai di questo primo mese estivo: altra settimana ed altri 5 model...